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Un po' di storia dei mercati: giovedì 12 marzo 2020 fu una giornata pesantissima per i mercati finanziari. 

La settimana era cominciata male, lunedì 9 marzo 2020 le borse avevano reagito con perdite pesanti al disaccordo tra Russia e Arabia Saudita sulla produzione di petrolio, il prezzo del greggio crollò del 30% (non accadeva dal 1991), a Wall Street le contrattazioni vennero sospese per un quarto d’ora (l’ultima volta era accaduta ai tempi della crisi Lehman), a Milano il crollo di oltre l’11% annullava i risultati del 2019.

Mercoledì 11 marzo, la Banca d’Inghilterra tagliò i tassi di 0,50% e l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiarò la condizione di pandemia.

Il fatidico 12 marzo, un infelice errore di comunicazione di Christine Lagarde  mandò  a picco le borse in una delle peggiori giornate di sempre. Ancora oggi tra l'altro i suoi errori di comunicazione mandano i mercati in rosso, vedi l'altro giorno.

Quel giorno il -17% della borsa italiana è stato il peggior risultato della sua storia, le perdite di Parigi e Francoforte furono attorno a -12%, Londra perse meno del 10%, così come gli  indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq. Le giornate negative proseguirono fino al 23 marzo.

ll 24 marzo, senza alcun cambiamento nelle condizioni dell'emergenza sanitaria e delle economie, sarebbero semmai peggiorate da lì a pochi mesi, il Dow Jones segnò un balzo di oltre l’11%, il più ampio dagli anni Trenta, lo S&P 500 segnò +9,38%, il Nasdaq realizzò +8,12%.

Oggi, riguardando alla cronaca di quei giorni, sappiamo che il 24 marzo fu il giorno della svolta dei mercati, ma non lo sapevamo allora.
Le giornate del marzo 2020 sono lì a ricordare il valore del tempo, la pericolosità del timing, l'importanza della fedeltà ai piani di investimento nel lungo periodo e a testimoniare che i mutevoli andamenti delle borse sono quasi sempre poco decifrabili.

La storia si ripete, i motivi sono diversi, ma le reazioni dei mercati sono sempre le stesse. Permettetemi quindi di utilizzare un aforisma di Sir John Templeton: "L'investitore che dice che questa volta è diverso, è incappato nelle 4 parole più costose del mondo degli investimenti".

A cura di Giuliana De Poli